I bambini ci salveranno

Per fortuna ci sono loro, a lanciare messaggi di speranza. I bambini e gli adolescenti. Con azioni concrete ogni giorno ci ricordano la forza della solidarietà, si schierano dalla parte dei più deboli, non conoscono sentimenti di odio e credono in una società migliore, priva di pregiudizi.

Sono i cittadini di domani ed hanno ricevuto la nomina di “Alfiere della Repubblica” dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.  Storie di impegno sociale con protagonisti giovanissimi eroi. Come Anna Balbi, 12 anni, di San Giovanni a Teduccio, periferia di Napoli. Si è distinta per l’aiuto che offre ai bisognosi: dopo la scuola, collabora con la mensa per i poveri e per gli anziani, è attiva in associazioni come Libera e Wwf e quando un bambino disabile è finito nel mirino di due bulli più grandi, è intervenuta pubblicamente a sua difesa. Dice di non sopportare sopraffazioni ed angherie, che da grande farà la pediatra e non lascerà mai Napoli perché c’è tanto da fare.

Poi ci sono Filippo e Federico Bolondi, 10 e 12 anni, milanesi. Insieme al padre hanno realizzato un’App contro il bullismo per «aumentare l’autostima dei ragazzi tra i 10 e i 16 anni, attraverso lo scambio di messaggi positivi in uno spazio protetto da insulti e offese».

Marcos Alexandre Cappato De Araujo, 17enne di Milano, si è distinto grazie ad un cortometraggio sulla disabilità. Da circa 10 anni si impegna per difendere i diritti di chi, come lui, è costretto a vivere una sedia a rotelle e la sua priorità è la lotta alle barriere architettoniche.

Un altro esempio di impegno sociale arriva da Cupra Marittima (Ascoli Piceno) con Celeste Montenovo, 10 anni, che partecipa alle attività di diverse associazioni benefiche mettendosi a disposizione di chi vive in condizioni difficili. In particolare, presta volontariato presso l’Unione ciechi di Ascoli Piceno e ha dedicato alle problematiche dei non vedenti la tesina per la conclusione del suo percorso di studi.

  
Un altro Alfiere della Repubblica è Leonardo Cesaretti, 16 anni, residente ad Albano Laziale (Roma), vittima di bullismo. Ha reagito offrendo il suo impegno a favore dei più deboli, soprattutto nelle sezioni di sport integrato e nelle attività di supporto all’hockey su sedia a rotelle.

Sono solo alcune delle storie che i giovani “costruttori di comunità” hanno fatto conoscere all’Italia intera, dimostrando che valori come solidarietà e vicinanza non sono scomparsi, ma che bisogna coltivarli fin da piccoli per contribuire a migliorare una società che sembra aver perso le coordinate. Per fortuna ci sono loro. I nostri giovanissimi eroi.

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