
L’Istituto di Storia e di Arte del Lazio meridionale è nato a Roma nel 1945 e riconosciuto come Ente Morale nel 1974. La sua sede legale è ad Anagni nel convitto “Regina Margherita”. Bonifacio VIII. L’Istituto si propone di promuovere e diffondere, anche attraverso la ricerca e lo studio, la conoscenza della storia, dell’arte e delle tradizioni popolari del Lazio meridionale; di favorire la conservazione dei monumenti e delle opere d’arte che ne sono l’espressione; di svolgere attività educative per la diffusione di questi fini, anche attraverso un organico rapporto di scambio e di collaborazione con il mondo della scuola e delle università; di esplicare un servizio culturale di carattere operativo tramite la gestione di musei, biblioteche, archivi e altre istituzioni culturali del territorio.
Incontriamo il professore Gioacchino Giammaria, presidente dell’Isalm, per parlare delle iniziative più recenti, a cominciare dalle mostre mensili dedicate a Dante nel 700esimo anniversario della morte.
Nella mostra mensile di novembre sui luoghi di Dante si parla di Ceprano. Quali documenti sono esposti nella mostra?
Si tratta per lo più di documenti visivi relativi alla posizione di Ceprano nel suo contesto territoriale. Come è noto Dante nella Divina Commedia menziona tale cittadina due volte: a proposito del passaggio dell’esercito invasore angioino nel 1265 e per la supposta sepoltura di Manfredi sul ponte. Ecco, proprio il ponte sembra centrale nella storia di questo paese ciociaro. Esso si trova a cavallo delle due sponde del Liri e consente l’attraversamento di questo fiume che è la linea di confine fra Stato Pontificio e Regno del Sud (in verità il confine poco più su del fiume). Il ponte è il simbolo eccellente della linea di divisione di un territorio. Nella mostra ci sono alcuni dei diversi ponti costruiti e documentati in età moderna, riproduzioni di progetti e di una medaglia ricordo emessa da Papa Paolo V per celebrare i lavori alla strada Latina e al ponte. Ma Ceprano è sorto lì in quel punto preciso poiché è stato costruito su una lingua di terra, un promontorio, che si incunea in una grande ansa formata dal Liri. Ansa che è stata fatta diventare un’isola con il taglio dell’istmo e la creazione di un canale. Oltre ad essere luogo di confine e passaggio, abbiamo per i primi decenni del Trecento alcuni documenti importanti che sono stati studiati e lo storico De Santis ha pubblicato un libro che ci fa conoscere il territorio e uno spaccato dell’economia agricola del tempo, grazie appunto ad alcuni registri di conti conservati nell’Archivio Apostolico Vaticano. Un vero colpo di fortuna poiché questi documenti sono estremamente rari.
Quali luoghi ha toccato i precedenti eventi di Dante 700 promossi dall’Isalm? E cosa è ancora in programma per questo anniversario?
Nel dicembre 2020 abbiamo organizzato, in collaborazione con il Centro studi internazionali Ermini, un convegno dal titolo Dante, Bonifacio VIII ed il Lazio meridionale. Confronti interregionali ed europei. Ad esso hanno partecipato studiosi che hanno affrontato temi d’interesse territoriale e con confronti significativi con regioni come la Campania, la Sardegna e altre zone del Lazio. Al convegno fa seguito Dante 700, una serie di quattro conferenze con esposizione documentaria relativa ad alcune località menzionate basso laziali da Dante nella Comedia. Queste sono Anagni, Cacume, Ceprano e nella zona pontina, Astura ed Fossanova. Abbiamo chiamato questo nostro ricordar Dante, il padre della lingua italiana, con il numero del centenario della sua morte, avvenuta la notte fra il 13 ed il 14 settembre 1321. Ecco perché teniamo questa manifestazione tutti i 14 degli ultimi quattro mesi dell’anno. La prima mostra e conferenza ha toccato l’Anagni del secondo Duecento e del primo Trecento, gli anni in cui la città era legata ai Caetani e, soprattutto, al più formidabile nemico di Dante, papa Bonifacio VIII. Si è presentata una silloge di documenti, anche visivi poiché è stato possibile ricostruire alcuni aspetti toponomastici e topografici di Anagni città e del suo territorio. Dopo la mostra si è tenuto una video conferenza sull’argomento. Il secondo argomento riguarda la nota montagna di Cacume, caratteristica per la sua vetta a cono che spicca dal corpo montuoso. Dante la menzionerebbe nel Purgatorio per significare l’asprezza della salita del processo di redenzione colà operato dalle anime purganti. Quella che Dante menzionerebbe il monte che sovrasta Patrica è una lezione non del tutto accettata e soprattutto sembra strano che Dante abbia potuto conoscere questo monte così remoto rispetto ai percorsi certi che egli fece. Una cosa del tutto sconosciuta è il fatto che invece ai tempi di Dante sopra la vetta di Cacume si ergeva un paesello di cui si conoscono i nomi delle due chiese, di alcuni suoi abitanti e diversi fatti della sua storia. Anche su questo si sono esposti materiali ed illustrati in conferenza i più diversi, atti ad illustrare le poche cose che si sanno di questo paese scomparso quasi certamente alla metà del Trecento con la Peste Nera. Dopo Ceprano a dicembre si parlerà di due importanti località pontine, presenti indirettamente nei versi di Dante: Astura e Fossanova. La prima per il tradimento che i signori di Astura hanno perpetrato contro Corradino e la seconda per il rapporto con Tommaso d’Aquino. Ci sarebbe anche il Circeo per via di Ulisse che rimase a lungo colà prigioniero della maga Circe; l’autore della ricerca, il prof. Ciammaruconi, ha preferito soffermarsi solo sulle prime due località che saranno adeguatamente illustrate grazie ad apparato iconografici, topografici anche molto antichi. Le ultime conferenze sono seguite da alcune classi di un Istituto di istruzione superiore di Latina.

Nei giorni 3 e 4 dicembre è previsto un importante convegno annuale. Di cosa si tratta?
Ogni anno a dicembre il nostro Istituto organizza un convegno di studi storici in collaborazione con altri enti e concernenti temi storiografici d’interesse basso laziale ma con confronti tematici relativi ad altre regioni d’Italia e d’Europa. Abbiamo parlato di storia locale, di paesaggio, della transumanza, di Dante e Bonifacio VIII e quest’anno affronteremo un questione storiografica importante relativa alla storia locale in rapporto con l’erudizione. Si tratta anche di mettere a confronto discipline che sono diverse ma concomitanti con la storia (ad esempio la letteratura, la sociologia, l’antropologia e così via) che hanno uno stretto legame con la storia. Tutte le ricerche, nel campo delle diverse discipline, predispongono materiali, dati, informazioni che costituiscono la base dell’erudizione e delle notizie la cui rielaborazione dà vita alla storia. Diversi studiosi stanno lavorando per discuterne in una prospettiva basso laziale ma con i soliti confronti interregionali. Il convegno si può seguire anche in streaming/videoconferenza con link sul sito internet dell’Isalm (www.isalm.it)
Quali progetti in cantiere per l’anno 2022?
A gennaio terremo il nostro ventiduesimo convegno annuale a Morolo sulle tradizioni popolari e tematiche affini come l’antropologia culturale, la storia in una prospettiva di etnostorica. Il tema è di carattere generale per poter ospitare gli studiosi che hanno realizzato ricerche e magari non rientrerebbero in un convegno a tema (che invece sarà proposto nel 2023). Poi stiamo organizzando, pandemia permettendo, una serie di attività di diffusione come convegni, conferenze, seminari, presentazione di libri (fra cui quella chiamata Un brindisi ai libri, realizzata a luglio nel Parco del Convitto nazionale Regina Margherita, con brindisi finale ai libri presentati; tale manifestazione si avvale della presenza degli autori che presentano essi stessi le loro opere. Poi abbiamo il convegno di fine anno che si occuperà di statuti antichi e nel frattempo pubblicheremo Latium 39 e alcuni volumi già in cantiere fra cui gli atti dei convegni realizzati o previsti.