Quella rivolta contro San Magno

Da oltre 120 anni è custodito nel convento delle Suore Cistercensi di Anagni, posizionato al centro del Coro dove le religiose si raccolgono in preghiera. Autorevole, con la mano destra benedicente, i paramenti sacri oro e rosso e il pastorale impugnato.  

E’ qui, in una delle sale della clausura di Palazzo Bonifacio VIII, che il patrono di Anagni, San Magno, raffigurato mentre siede su un trono (foto in alto), si trova praticamente in esilio da quando fu rifiutato dal popolo, con una vera e propria rivolta, alla sua prima (ed ultima) uscita in processione.

Una processione che, quel 18 agosto presumibilmente del 1901, rientrò in tutta fretta in Cattedrale, senza terminare il percorso, a causa della inaspettata e furiosa reazione degli anagnini che arrivarono, così tramanda la storia (o la leggenda), ad accogliere la statua di San Magno a pomodorate e cocomerate.

Una statua nuova, voluta dal vescovo Antonio Sardi, realizzata in cartapesta e a corpo intero da artigiani di Lecce, che avrebbe dovuto sostituire i busti di San Magno e San Pietro da Salerno (anch’egli patrono di Anagni ed edificatore della Cattedrale) ritenuti ormai obsoleti.

I busti di San Magno e San Pietro

La novità, però, non piacque affatto ai cittadini. Che gridarono allo scandalo, colpirono San Magno, inveirono contro chi aveva deciso di mandare in soffitta i consueti busti e costrinsero il corteo a riparare in chiesa con la statua nuova di zecca, successivamente affidata alle Suore Cistercensi.

I motivi di tanta ribellione non sono mai stati chiari, possono solo essere ipotizzati: affezione verso i tradizionali busti, l’esclusione di San Pietro, difficoltà ad accettare i cambiamenti. Certo è che la vicenda aprì anche una ferita all’interno del clero, data la contrarietà degli stessi canonici alla scelta effettuata dal Vescovo, appena arrivato ad Anagni dall’Abruzzo con uno spirito innovativo evidentemente poco apprezzato.

In questa storia, comunque, trova spazio anche il pentimento degli anagnini. Il giorno dopo la processione contestata, la città venne colpita da una violenta grandinata che distrusse tutti i raccolti, evento che, interpretato come una punizione da parte del Santo Patrono, convinse i cittadini a correre in Cattedrale per chiedere perdono.

La nuova statua, in ogni caso, non fu mai più portata in processione e a tutt’oggi è depositata all’interno del Palazzo di Bonifacio VIII, sconosciuta o quasi agli anagnini. Nei prossimi giorni, però, si potrà vedere in occasione dell’apertura straordinaria del Coro al pubblico concessa dalle Suore Cistercensi, guidate dalla Madre generale Suor Patrizia Piva.

Sono programmate, infatti, visite guidate alla statua di San Magno in trono nei giorni 16 e 17 agosto, curate dal professore Tommaso Cecilia dell’Istituto di storia e di arte del Lazio Meridionale, che molto ha scritto sulla storia della processione patronale.  

Con l’iniziativa, che fa parte degli eventi correlati alla mostra “Regula non bullata 1221 – 2021” in corso nel Palazzo di Bonifacio VIII per celebrare gli 800 anni della Regola Francescana, sarà possibile – per la prima volta dopo oltre un secolo – vedere da vicino la statua del patrono ripudiata dagli anagnini.

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Ad Anagni scatti di bellezza con il calendario Art & Moda 2021

I mesi del nuovo anno potranno essere scanditi anche dagli scorci di una delle più belle città medievali del Lazio, Anagni, messi in risalto dal calendario Art & Moda 2021. Si potranno ammirare scatti che vedono aggiungersi, alla maestosità dei luoghi, la bellezza dei modelli e delle modelle dello Studio 13 Agency Events che promuove l’iniziativa.  

Oggi la presentazione al pubblico del calendario, soltanto on-line dati i tempi di restrizioni, arrivato alla quarta edizione con nuove partnership e collaborazioni con alcuni commercianti di Anagni.

Hanno partecipato il Maestro orafo Maurizio Imperia, la stilista Fabiola Quarmi Couture, la boutique La Castellana, Mampieri Moda e Petit Fleur. Le acconciature sono state curate da Effetto Donna.

A loro vanno i ringraziamenti degli organizzatori, estesi a Retro Garage, il Giardino delle fate e Frantoio del Vicolo Divino per la concessione degli spazi esterni dove è stato realizzato il servizio curato da Fotografi Sportivi.

L’idea è firmata dal talent scout Marco Franceschetti, che dichiara: “Ringrazio l’amministrazione comunale di Anagni per la gentile concessione per la realizzazione di tutti gli scatti nella ridente cittadina. Il calendario sta riscuotendo un numeroso successo di prenotazioni. Chi volesse prenotarlo, potrà recarsi presso i commercianti elencati oppure inviare un sms al numero 389.90.41.407”.

Patto di amicizia tra Anagni a Assisi nel nome di Chiara

di Enrica Bruni – Il prossimo 11 agosto, nella sala consiliare del Comune di Assisi, verrà siglato il Patto di Amicizia tra le due comunità rappresentate dal sindaco di Anagni, Daniele Natalia, e il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, e le loro delegazioni. Una cerimonia semplice sancirà il legame tra le due città, permeate fin dal Medioevo di storia religiosa di altissimo significato, ben nota, documentata e conosciuta in tutto il mondo.

Questo Patto di Amicizia consentirà di promuovere, in modo unitario e coordinato, diverse iniziative per aumentare la visibilità e la promozione delle straordinarie ricchezze artistiche e culturali, un patrimonio dell’umanità e del sentimento religioso, che Assisi e Anagni custodiscono da tanti secoli.

La storia delle nostre città, interpretata dai massimi interpreti dell’epoca, appare senza dubbio intrecciata alle personali vicissitudini di San Francesco e Santa Chiara, alla loro santità, che si rivelava già in vita al popolo attraverso ogni loro gesto e azione.

Quasi come due rotaie dello stesso binario, le loro esistenze correvano parallele, collegate e sorrette dalla stessa vivida fede e dal desiderio di testimoniare in casta umiltà il Vangelo in ogni loro opera e iniziativa, sempre a favore dei sofferenti e dei poveri.

Tre Papi anagnini si sono confrontati con la santità di Chiara e Francesco. Gregorio IX aiutò Francesco a redigere la sua regola. Alessandro IV, nell’ anno 1255, iscrisse Santa Chiara nel libro dei Santi, a soli due anni dalla morte, nella maestosa Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Anagni. Il pontefice Innocenzo III ne approvò la regola non bollata, di cui il prossimo anno ricorre l’ottavo centenario.       

L’esistenza terrena di Santa Chiara, le circostanze personali, le sue opere di preghiera e di carità, si svolsero quasi in simbiosi spirituale con quelle di San Francesco, che conobbe sin da bambina e che le ispirò l’ideale di vita a cui rimase fedele fino alla morte avvenuta l’11 agosto 1253 ad Assisi, dove le sue spoglie riposano nella stupenda Basilica a lei dedicata.

Così oggi, questo impegnativo incontro tra le due città che segnarono da una parte la vita terrena e dall’altra l’ascesa agli altari di Santa Chiara, trova la sua valida ragion d’essere e il suo fondamento in queste radici antiche. In questo filo invisibile dello spirito, teso tra Assisi e Anagni fin da quel lontano e lieto evento di canonizzazione.  

In questi tempi di spinta globalizzazione, dell’apparire mediatico, degli schermi sempre accesi e accessibili delle telecomunicazioni, di cui Santa Chiara fu dichiarata patrona da Papa Pio XII nel 1958, si celebra questo patto di amicizia fra le due comunità, riprendendo idealmente e portando ancora avanti quel binario su cui tutti possono salire, indicato da Chiara e Francesco quale unico percorso di salvezza possibile per tutta l’umanità.

Questo vincolo amicale tra i luoghi legati alla Santa, proprio nel giorno della sua ricorrenza, si concretizza in un’annata difficile per tutto il mondo, in un tempo che, a causa della pandemia, non concede spazio a particolari sfarzi o festeggiamenti in grande stile, imponendo sobrietà in tutte le cerimonie pubbliche.

Ma, forse, a Santa Chiara questa semplicità ridotta all’essenziale sarà comunque gradita. Perché lei preferiva pregare, vivere e sacrificarsi nell’ombra, per meglio indicare agli uomini, presi dai loro travagli, tutto il fulgore della luce eterna che li attendeva fuori dal tunnel delle loro tribolazioni e di cui voleva essere solo un umile specchio fedele.     

Ringrazio l’Amministrazione comunale di Assisi e questa città che mi hanno accolto con gentilezza e affabilità. Grazie agli amici che nei momenti di difficoltà non mi hanno mai abbandonato.

Enrica

Omaggio al re del pop Michael Jackson

Sergio Cortés, sosia di Michael Jackson, si esibirà il 30 novembre al Teatro Colosseo di Torino a partire dalle 21. Uno spettacolo che è un tributo al mito del pop scomparso dieci anni fa.

Cortés non assomiglia a Michael Jackson soltanto fisicamente, ma è in grado di cantare le sue canzoni allo stesso identico modo, tanto da mandare in visibilio i fans del grande artista che il mondo ha perso troppo presto.

In un’intervista, il cantante spagnolo ha detto: <Ho sempre ammirato il Re del pop, ma le circostanze che mi hanno portato a lui i realtà sono state molto casuali. Nel 1987 un giornalista che mi ha visto per strada mi ha proposto di partecipare a un reportage proprio per la mia somiglianza con Michael Jackson. Io non mi sono mai operato per assomigliare al mio idolo, è tutto assolutamente casuale, mi piace pensare che è un regalo di Dio. Dopo la pubblicazione di questo reportage su un’importante rivista spagnola, mi hanno offerto varie collaborazioni dove dovevo interpretare Michael e ho accettato volentieri perché mi piace ballare e cantare, la mia voce è molto simile alla sua e adoro le sue canzoni.  Con il tempo, poi, ho scoperto che sul palco sono molto felice!».

Lo spettacolo dura due ore e sul palco Sergio Cortés fa rivivere la musica e la storia di Jackson, insieme ad una band collaudata formata da musicisti di grande professionalità e un corpo di otto ballerini.

CineFutura Fest, i ciak dei giovani

Il cinema non è soltanto spettacolo, ma anche cultura, conoscenza e formazione. E permette di testimoniare, con un linguaggio accessibile a tutti, l’evoluzione dei tempi. In questo ambito nasce CineFutura Fest, con l’obiettivo – spiegano gli organizzatori – <di valorizzare il rapporto tra i giovani ed il cinema e al tempo stesso per esaltare, la capacità che l’audiovisivo ha, di approfondire temi sociali di grande importanza>. Questi temi sono: ambiente e cultura, arte e storia, diversità e integrazione.

La prima edizione del Festival si terrà il 7 e 8 novembre 2019 a Roma, presso il The Churche Palace di via Aurelia, ed è rivolto ai giovani di tutta Italia, invitati a realizzare cortometraggi intesi soprattutto come strumento didattico. Gli autori degli audiovisivi sono divisi in due categorie: Junior dai 14 a 18 anni e Senior dai 18 ai 25.


Oltre alle proiezioni, sono in programma workshop, seminari ed eventi speciali di approfondimento. Il presidente del Festival è l’attore Lino Banfi, il direttore artistico è Steve Della Casa, critico cinematografico (foto sotto). Il comitato Tecnico Scientifico che selezionerà gli audiovisivi sarà formato da Steve Della Casa, Carlo Principini, Paolo Mastrorosato, Francesca Arganelli, Paola Comin e Rita Statte.

La giuria che assegnerà i premi finali sarà formata da Lino Banfi, Cinzia Th Torrini ed altri personaggi della cultura e dello spettacolo. Un ruolo centrale lo avranno le scuole, essendo le iniziative inserite nel Piano Nazionale Cinema del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dei Beni Culturali. Il Festival è promosso anche da Accademia Artisti in partenariato con il Liceo Leoniano di Anagni e Ancei Formazione e Ricerca.

Le creature di Rambaldi in mostra a Roma

Indimenticabile E.T., la creatura più popolare di Carlo Rambaldi. Da oggi e fino al 6 gennaio 2020 gli effetti speciali del tre volte Premio Oscar, scomparso 7 anni fa, si possono ammirare nella rassegna “La meccanica dei mostri”, al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Una mostra tutta dedicata a Rambaldi che, prima di affermarsi ad Hollywood, aveva lavorato in opere italiane come “L’Odissea” televisiva e “Profondo rosso” al cinema. I suoi mostri e i suoi alieni sono stati protagonisti di film di alcuni dei registi più importanti degli ultimi decenni.

Oltre all’extraterrestre più famoso del cinema sono suoi King Kong e Alien, ma anche il burattino Pinocchio dello sceneggiato televisivo di Comencini e i 18 guerrieri del film “Barbarella” di Roger Vadim. La mostra al Palaexpo di via Nazionale ospita anche gli effetti speciali della Factory Makinarium che si è occupata del restauro delle opere di Rambaldi.

 <Attraverso materiali provenienti dall’archivio privato di Rambaldi, alcuni dei quali inediti – spiegano dal Palazzo delle Esposizioni – la mostra costruirà un percorso in grado di tracciare la storia del cinema italiano e internazionale, dagli anni Sessanta ai nostri giorni. Porrà, inoltre, l’accento sulla tradizione artigianale italiana come “marchio di qualità” che da sempre distingue le maestranze cinematografiche del nostro Paese>.

In contemporanea, al Palazzo delle Esposizioni si inaugurano “Sublimi anatomie” e “Katy Couprie. Dizionario folle del corpo”, altre due mostre che ruotano attorno al fascino misterioso dell’organismo umano e alle sue trasformazioni.

Arturo Brachetti, l’uomo dai mille volti

Un leggendario trasformista italiano, applaudito in tutto il mondo. E’ Arturo Brachetti, mito del quick-change, che dal 19 ottobre torna in scena per la quarta stagione consecutiva con il suo spettacolo “Solo”, acclamato da oltre 300.000 spettatori in Europa nel 2019.

<In “Solo” apro le porte della mia casa – spiega il grande artista – fatta di ricordi e di fantasie, una casa senza luogo e senza tempo, in cui il sopra diventa il sotto e le scale si scendono per salire. Dentro ciascuno di noi esiste una casa come questa, dove ognuna delle stanze narra un aspetto diverso del nostro essere e gli oggetti della vita quotidiana prendono vita, conducendoci in mondi straordinari dove il solo limite è la fantasia. È una casa segreta, senza presente, passato e futuro, in cui conserviamo i sogni e i desideri>.

E dunque Brachetti schiude la porta di ogni camera, per scoprire la storia che è contenuta e che prende vita sul palcoscenico, tra surreale, verità e finzione, magia e realtà.

Brachetti presenta oltre 60 personaggi, molti creati appositamente per questo spettacolo, ma soprattutto propone anche un viaggio nella sua storia artistica, attraverso le altre affascinanti discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e sorprendenti novità come il poetico sand painting e il magnetico raggio laser. Il mix tra scenografia tradizionale e videomapping, permette di enfatizzare i particolari e coinvolgere gli spettatori nello show.

La sua carriera comincia a Parigi, al Paradis Latin, nel 1979: da qui in poi la sua carriera è inarrestabile, in un crescendo continuo che lo ha affermato come uno dei pochi artisti italiani di livello internazionale, con una solida notorietà al di fuori del nostro paese. Si è esibito ai quattro angoli del pianeta, in diverse lingue e in centinaia di teatri. Il suo precedente one man show “L’uomo dai mille volti” è stato visto da oltre due milioni di spettatori. Le sue performance dalla velocità straordinaria sono inserite nel Guinness Book of Records.

Il suo nuovo tour inizierà al Teatro Rossini di Civitanova Marche e toccherà, fino a marzo 2020, numerose città italiane.   

L’omaggio di Napoli alla spezia più amata nel mondo

Da oggi a sabato 13 ottobre 2019 un evento… piccante in Piazza Carità a Napoli con il Festival del peperoncino. 

Una festa dedicata alla spezia più amata al mondo che prevede tante iniziative: percorsi di degustazioni, Show Cooking con chef che mostreranno al pubblico la preparazione di cibi particolari, la mostra di peperoncini che provengono da tutto il mondo e la divertente gara di palati infuocati.

Una settimana di manifestazioni con la presenza di prodotti tradizionali e meno standard, tutti con abbinamenti piccanti. Tra essi, il casatiello alla ‘nduja, la sfogliatella piccante, creme dal sapore fortissimo, cioccolato al peperoncino, salumi infuocati e la particolare birra habanero.

Il Festival del peperoncino è giunto alla seconda edizione, curata anche quest’anno dall’associazione Eccellenze in Piazza e patrocinata dal Comune che aderisce al progetto “Scegli Napoli” per sensibilizzare i cittadini all’acquisto di prodotti realizzati da aziende del territorio.

Gli stand saranno aperti dalle 9.30 alle 22 e sono previste iniziative in collaborazione con l’Accademia Italiana del Peperoncino di Diamante e il Consorzio del Peperoncino di Diamante.

Ligabue fa ballare… sul mondo

Fino al 27 ottobre 2019 si può assistere al musical “Balliamo sul Mondo” in programma al Teatro Nazionale CheBanca di Milano. E’ uno spettacolo musicale con la regia di Chiara Noschese e la direzione creativa di Luciano Ligabue (è sua la canzone che dà il nome all’evento).

Quale storia racconta? E’ la notte di Capodanno del 1990 con un gruppo di compagni di liceo seduti al Bar Mario, luogo di ritrovo abituale di un piccolo paese di provincia del Nord Italia. Matteo, il più riflessivo e nostalgico del gruppo, ha organizzato questa serata per festeggiare insieme l’ultimo Capodanno prima della maturità. Mario, il proprietario del bar, un po’ reticente inizialmente, ha accettato di prestargli il locale per quest’ultima riunione di gruppo. La serata trascorre tra canzoni, musica, risate, ma anche liti, accuse e rinfacci. Alla fine della serata la proposta di Matteo: rivedersi al Bar Mario, dieci anni dopo, per festeggiare insieme il Capodanno del 2000.

La colonna sonora del musical è, ovviamente, formata dai più grandi successi di Ligabue.

C’era una volta il Carosello

Susanna tutta panna, Carmencita, Calimero, Miguel (son mi), l’ippopotamo dei pannolini: sono soltanto alcuni dei più famosi personaggi che animavano il Carosello televisivo. Quello, per intenderci, da vedere prima di andare a letto come una volta si diceva ai bambini. Altri tempi, altri modi di proporre la pubblicità.

A ripensarci adesso, Carosello non è stato solo marketing, ma ha rappresentato la storia di un’epoca (tra il 1957 e il 1977). La Fondazione Magnani-Rocca dedica al Carosello una mostra nella Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma, che si può visitare fino all’8 dicembre 2019, curata da Dario Cimorelli e Stefano Roffi.

Il percorso espositivo presenta i manifesti, i bozzetti e gli spot (ma allora neanche si chiamavano così) di quelle originali scenette con spesso protagonisti personaggi celebri come Mina, Frank Sinatra, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Totò, Alberto Sordi, Virna Lisi, Vittorio Gassman, Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Raffella Carrà, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, dove, oltre ai saggi dei curatori e alla riproduzione di tutte le opere esposte, vengono ripubblicati testi fondamentali di Omar Calabrese su Carosello e su Armando Testa, a cui vengono affiancati nuovi testi di Emmanuel Grossi su cinema, musica e animazione in rapporto a Carosello, Roberto Lacarbonara sull’attività di Pino Pascali in ambito pubblicitario, Stefano Bulgarelli sulla Scuola modenese di Carosello. 

<Carosello – spiegano gli organizzatori – era trasmesso in bianco e nero, ma aveva i colori del consumo, un nuovo mondo di beni luccicanti che per la prima volta si presentavano sulla scena sociale: lavatrici, frigoriferi, automobili, alimenti in scatola e tanto altro. E ha insegnato così a vivere la modernità del mondo dell’industria e come questi beni andavano impiegati e collocati nel modo di vita di ciascuno. Carosello non era solo pubblicità, ma un paesaggio fiabesco dove regnavano felicità e benessere, affascinante per una popolazione come quella italiana che proveniva da un lungo periodo di disagi e povertà>.

Roberto Bolle, la danza a portata di tutti

Dal 6 al 9 settembre al Teatro San Carlo di Napoli è di scena la grande danza con Roberto Bolle and Friends.

L’étoile della Scala di Milano e ballerino principale dell’American Ballet Theater di New York, una vera e propria icona, sarà il protagonista dell’evento insieme ad altri dieci ballerini nell’ambito di un progetto voluto per portare la danza alla portata di tutti. Il tour 2019 è iniziato lo scorso luglio alla Terme di Caracalla.

Il programma prevede soprattutto il repertorio classico, ma lascia spazio anche alla sperimentazione contemporanea e al pop. Quindi il pubblico potrà ammirare coreografie di Petipa, Ivanov e Roland Petit, insieme a quelle meno convenzionali di Bubeníček, Galili, Vainonen e Bigonzetti.

Le serate si aprono con il Pas de deux de Il Corsaro di Petipa con Tatiana Melnik di Hungarian National Ballet, prosegue con lo straordinario Bakhtiyar Adamzhan dell’Astana Opera, con il virtuosismo d’eccellenza del III atto del Don Chisciotte di Petipa con Daniil Simkin (dello Staatsballett Berlin e dell’American Ballet Theatre di New York) e Maia Makhateli del Dutch National Ballet, con lo scintillante Pas de deux de Le Fiamme di Parigi di Vainonen con la coppia Tatiana Melnik, Bakhtiyar Adamzhan.

L’étoile dei due Mondi sarà in coppia con Alexandre Riabko dell’Hamburg Ballett in Opus 100 – für Maurice, centesima creazione di John Neumeier, intenso duetto dedicato a Maurice Béjart in occasione del suo settantesimo compleanno su ballate di Simon & Garfunkel che racconta il sodalizio artistico tra i grandi coreografi e che del nostro tempo e interpreterà Serenata, estratto dall’opera “Cantata” di Mauro Bigonzetti, coreografia omaggio ai colori del Sud in coppia con la Guest Artist Stefania Figliossi.

Completano il programma Soirées Musicales, creazione del 1996 di Helgi Tomasson per il San Francisco Ballet, su musica di Britten con Misa Kuranaga e Angelo Greco, artisti del San Francisco Ballet e lo strepitoso Les Bourgeois, pezzo per un grande solista di Ben Van Cauwenberghsu con musica di Jaques Brel e Jean Samuele Cortinovis. In scena lo straordinario Daniil Simkin.

Due mesi di grandi eventi con il Festival “RomaEuropa”

Torna anche quest’anno il “Romaeuropa Festival”, giunto alla 34esima edizione. Ospiterà, nelle sale e nelle zone più suggestive della città, una selezione di spettacoli internazionali di teatro, musica, danza, arti visive, oltre alla sezione “Kids + Family” che è dedicata alle giovani generazioni. Il programma prevede 126 eventi dal 17 settembre al 24 novembre 2019 con la partecipazione di 377 artisti provenienti da 27 Paesi.

Due mesi ricchissimi, con un cartellone articolato che «travalica tutti i generi», come ha sostenuto Fabrizio Grifasi, direttore generale e artistico della Fondazione Romaeuropa. Le aspettative sono molto alte, considerando le eccellenti performance dell’edizione 2018, che ha registrato oltre 70mila presenze e una importante partecipazione di under 35.

Molte delle iniziative si terranno nei complessi monumentali dell’Auditorium Parco della Musica e del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo: nelle quattro sale principali disegnate da Renzo Piano si svolgeranno gli spettacoli, ma anche l’inaugurazione e la serata finale del Festival. La rassegna coinvolgerà anche altre importanti location della Capitale come il Teatro Olimpico, l’Accademia di Francia, Villa Medici e il Teatro Argentina. Nella sala Santa Rita, gioiello barocco utilizzato come spazio polifunzionale, andrà in scena, per tutta la durata del Festival, una delle installazioni più attese.


<Il Festival – spiegano gli organizzatori – non coinvolgerà solo il centro storico di Roma: a Sudovest, in zone limitrofe, culturalmente evolute e caratterizzate da una massiccia frequentazione serale di ragazzi, il Vascello a Monteverde e il Vittoria a Testaccio, edificati nella prima metà del secolo scorso, hanno contribuito coraggiosamente nel corso dei decenni a rivitalizzare la scena teatrale romana. A questi due spazi sono affidati alcuni degli spettacoli più di tendenza del “Romaeuropa”. Ancora più a Sud, due esempi di riqualificazione urbanistica, il Mattatoio a Testaccio e il Teatro India in zona Marconi, consentono di ambientare spettacoli sperimentali, ma anche rassegne di teatro, danza, arti visive ed eventi per ragazzi, immersi nella realtà fantasmatica dell’archeologia industriale>.

L’inaugurazione è affidata alla danza energica, selvaggia e tagliente della coreografa Lia Rodrigues e la serata finale è all’insegna della grande musica con una line up d’eccezione composta dall’atteso ritorno di Ryuichi Sakamoto al fianco di Alva Noto per presentare il loro “Two”. Altri artisti attesi sono Christian Fennesz impegnato, al fianco dei visuals di Lillevan, nella presentazione del suo ultimo disco “Agorà”, il pianista e compositore Chassol con il suo “Ludi” e l’attrice e cantante Fatoumata Diawara.

L’edizione 2019 del “Romaeuropa Festival” avrà come titolo “Landscape”, un paesaggio da scoprire e da attraversare. Il programma, infatti, può essere letto come una cartina volta a rappresentare un panorama singolare: la geografia del mondo di oggi.

Sere d’estate con i personaggi di Montesano

Sabato 24 agosto, a partire dalle 21.30, Enrico Montesano sarà al Castello di Santa Severa di Santa Marinella, in provincia di Roma, con lo spettacolo “One Man Show”. Parteciperà alla rassegna “Sere d’Estate, organizzata dalla Regione Lazio e realizzata da LAZIOcrea in collaborazione con il Comune di Santa Marinella e Coopculture.

Dopo una lunga serie di tutto esaurito in varie città italiane con “Rugantino” e “Il Conte Tacchia”, tra le interpretazioni più riuscite dell’attore romano, Montesano arriva a teatro con una raccolta dei pezzi più esilaranti del suo repertorio.

La carriera di Enrico Montesano, iniziata negli anni Sessanta, è lunga e costellata di successi. Tra gli spettacoli teatrali più riusciti, “Bravo!”, nella stagione 1979-1980 e “Beati voi” del 1991-1992 dove è riuscito a dimostrare le sue qualità e, privilegiando la parola, ha affrontato con la sua satira temi sociali e politici. Numerosi i personaggi legati al suo nome: dalla romantica Donna Inglese a Torquato il pensionato, da a Dudù e Cocò a zia Sally.

Da artista poliedrico, ha inoltre proposto imitazioni, barzellette, canzoni satiriche e nuovi personaggi come il Rapper Femo Blas, per gli amici Blas Femo, e monologhi sull’attualità.

Un’infinità di proposte messe in scena con lo spettacolo “One man Show” che riassume cinquanta anni di carriera di Montesano.

Il Festival del folk in nome della pace

Nel periodo di Ferragosto sono numerosi gli eventi organizzati ovunque. Se trascorrete le vostre vacanze in Sicilia, non potete perdere il Festival delle tradizioni popolari a Petralia Sottana, in provincia di Palermo, che esprime il folklore del Mediterraneo. Soprattutto canti e danze, ma come spiegano gli organizzatori <soprattutto per la possibilità di arricchirsi l’un l’altro con tradizioni e culture diverse, in nome della fratellanza e della pace>. Il programma si svolge dal 14 al 18 agosto 2019.

In questa occasione il borgo, di una bellezza straordinaria, si trasforma in palcoscenico per esibizioni teatrali, musicali e di danze popolari offerti da gruppi folkloristici provenienti da ogni parte del mondo. E il pubblico è coinvolto in modo attivo, dal momento che può partecipare a workshop organizzati, laboratori, degustazioni culinarie e danze in piazza.

L’evento è organizzato dall’associazione Ballo Pantomima della Cordella, che ogni anno coinvolge numerosi artisti locali e internazionali. La festa è patrocinata dal Comune di Petralia Sottana in collaborazione con l’Opificio culturale Pa.Ge.Mus e le associazioni Teatro della Rabba e Fuori di testa.

Tutto si svolge nel centro della città e nei principali vicoli, location ideali per spettacoli di danza, workshop di musica, canti polivocali, laboratori di tammorra e ballo su tamburo, oltre alla grande festa di Ferragosto e al concertone della sera del 14 agosto. I luoghi protagonisti delle diverse iniziative folkloristiche sono Piazza Umberto, la Pineta comunale, corso Paolo Agliata, piazza Finocchiaro Aprile, piazza Misericordia e piazza Gramsci.

Uno degli appuntamenti più tradizionali è rappresentato dal Ballo della Cordella, che dal 1936 vede protagoniste dodici coppie di ballerini, simbolo dei mesi dell’anno. Si svolge nella prima domenica dopo Ferragosto, per rievocare l’antico corteo nuziale e ringraziare con la danza tipica il raccolto del grano (un tempo era in onore della dea Cerere) nonché come rito propiziatorio per quello nuovo.

Tutti danzano intrecciando le cordelle per formare le figure che rappresentano le quattro stagioni (semina, germinazione, raccolto e pane), il tutto accompagnato da canti e balli della tradizione, incisi in un cd messo in vendita per i visitatori.

Max Giusti, un comico cattivissimo

L’estate è il periodo giusto per trascorrere qualche ora in relax divertendosi, come accade con lo spettacolo “Cattivissimo Max” in programma giovedì 8 agosto all’Anfiteatro di Albano Laziale, ore 21.30. Protagonista il comico Max Giusti.

<Si tratta – spiega Max Giusti – di un viaggio comico di circa due ore, un susseguirsi di monologhi e aneddoti vissuti che rimbalzano in un continuo ping pong fra ieri e oggi. L’alternarsi fra ciò che è stato e la vita frenetica e smart dei giorni nostri, paleserà quanto è cambiato il concetto di quotidianità basato sul lavoro, il tempo libero e i rapporti interpersonali. Ad esempio, il bombardamento sistematico di offerte on line ha influenzato fortemente le nostre scelte su dove e quando andare in vacanza, come tenersi in forma, cosa acquistare. Oppure i numerosi programmi televisivi di cucina che hanno rivoluzionato la quotidianità cambiando completamente il concetto di “casareccio”; e ancora, i social o le nuove mode che hanno cambiato i metodi di relazionarsi all’altro sesso, soprattutto per chi, avendo circa 50 anni, era abituato a tutt’altro>.

Gli spettatori verranno spesso coinvolti nello spettacolo e Max Giusti, accompagnato dalla storica SuperMaxBand, sarà sempre pronto ad interagire con il pubblico. Risate garantite anche con le interpretazioni viste a “Tale e Quale”: Boy George, Al Bano, Renato Zero, Vasco Rossi, Franco Califano e Pierangelo Bertoli.

Nuovo disco per i Brigallè, continua l’impegno sociale

Quando la musica incontra l’impegno sociale. Di esempi ce ne sono molti, a conferma del linguaggio universale di un’arte che può anche trasmettere messaggi potenti. Un messaggio come quello lanciato dai Brigallè.

Il gruppo è nato nel 2013 in Ciociaria, esattamente a Morolo, in provincia di Frosinone, con l’obiettivo di rivalutare i canti popolari e proporre brani in dialetto. In poco tempo si è fatto conoscere anche fuori dai confini locali grazie all’energia che trasmette in ogni sua esibizione, coinvolgendo il pubblico con musica e danza.

Di recente, Andrea De Castro (fisarmonica), Giulia Mengozzi (tamburo a Cornice e voce), Tommaso Bauco (canto), Diego Pistolesi (organetto) Luciano Moriconi (chitarre e basso) e Stefano Bauco (fiati) hanno inciso “La ballata del Sacco” (nel VIDEO sopra), una canzone che non è solo tale, ma rappresenta una mirata denuncia sociale.

Il gruppo Brigallè

Con questo brano, infatti, i Brigallè testimoniano la grave situazione ambientale di cui soffre la loro terra, evidenziando con il giusto pathos la sofferenza della gente che nella Valle del fiume Sacco ci vive. Il loro lavoro ha riscosso un grande successo, premiando una scelta che fa onore ai musicisti di Morolo. Un percorso che continua con il nuovo disco dei Brigallè. Sarà presentato venerdì 19 luglio proprio a Morolo, dalle 21.30 in poi alla Passeggiata di S. Antonio. Ma cosa propone questa nuova avventura musicale?

Rispondono i Brigallè: <Il disco si chiama “Sogni nel Sacco”. La nostra associazione Gente Allegra, che promuove e sostiene la divulgazione della musica popolare, è lieta di presentare questa nuova sfida: produrre un disco di brani inediti scritti e musicati dai componenti del Gruppo Brigallè. Dopo il fortunato successo ottenuto con il primo disco “Sangue Divino”, che ci ha regalato grandi soddisfazioni – prima tra tutte il palco dell’Umbria Folk Festival 2017 – abbiamo voluto riprovarci ancora. Il nuovo viaggio musicale che abbiamo intrapreso ha visto protagonista la nostra terra, la Ciociaria. Il titolo scelto “Sogni nel sacco” non è casuale, ma è la frase più giusta per raccogliere brani dedicati ad una utopica speranza.

Oltre al tema dell’inquinamento – continuano i Brigallè – abbiamo parlato delle schiavitù sociali, di amore, di brigantaggio, rispolverando un passato che amiamo ricordare, vedi “I Saturnali” di Ernesto Biondi, speranzosi che oggi come allora non sia sempre il “potente” a decidere le sorti del più debole. La magia di questo nuovo lavoro ci onora dalla presenza del Maestro Gianni Perilli, collaboratore stretto di Ennio Morricone, Pino Daniele, Eugenio Bennato, MBL, autore di numerose opere quali la famosissima colonna sonora del programma Rai “Linea Blu”. Abbiamo lavorato con passione e dedizione alla realizzazione di questo sogno che finalmente…”su fa vero”.

Fiuggi ricorda Ennio Fantastichini

Fiuggi ricorda l’attore Enrico Fantastichini (foto a sinistra), amato figlio acquisito, scomparso lo scorso dicembre a 63 anni. Lo farà nell’ambito del Premio Fiuggi per lo spettacolo in programma sabato 13 luglio, a partire dalle 21.30, nel giardino dell’Excelsior. Fantastichini ha vissuto per molti anni a Fiuggi, dove il padre era in servizio come maresciallo dei carabinieri, e il legame con la città termale è stato sempre presente.

Nell’occasione, verranno ricordati anche Franco Zeffirelli, Ugo Gregoretti e Valentina Cortese, morti di recente. Saranno presenti Mariano Rigillo, Elena Cotta, Lisa Ferlazzo Natoli, Stefano Reali e i ragazzi del Cinema Americana.

Si tratta di una produzione Fondazione Levi Pelloni, MediaEventi e ArtandPassion, in collaborazione con FederAlberghi Fiuggi.

L’evento è inserito nella rassegna FiuggiPlateaEuropa, la più longeva manifestazione della città termale, che quest’anno festeggia trenta anni, ideata e diretta dal giornalista e scrittore Pino Pelloni (foto a destra) che così presenta l’edizione 2019: <FiuggiPlateaEuropa offre performances di attualità e di ampio respiro culturale, con la partecipazione di scrittori, politici, personaggi pubblici, che hanno contribuito ad arricchire con la loro presenza le stagioni fiuggine, offrendo una importante visibilità mediatica anche internazionale a Fiuggi e alle sue terme. Da Giulio Andreotti nelle vesti di Bonifacio VIII al D’Annunzio pornodivo, dalla giovanissima presidente della Camera Irene Pivetti a Fausto Bertinotti, da Gervaso, Salvalaggio, Augias, Camilleri, Melograni, Curzi, Zichichi, Crepet, Quilici, Pazzaglia e Tony Renis alle giovani scrittrici erotiche. Una ribalta di grande prestigio, che quest’anno, insieme al rinato Premio Fiuggi per lo Spettacolo che sabato 13 luglio convoglia a Fiuggi i più bei nomi della scena italiana, presenta incontri con scrittori nella rassegna Libri al Borgo (6 luglio: Felice Vinci, 20 luglio: Chiara Ricci, 26 luglio: Ludina Barzini, 31 luglio: Massimo De Martino) e una serie di appuntamenti denominati “Anniversari” con illustri personaggi a ricordare Giulio Andreotti, Gabriele D’Annunzio, Primo Levi, Oriana Fallaci, Peppino Ciarrapico, la caduta del Muro di Berlino.Tra gli altri appuntamenti, presso la Sala consiliare, anche la Giornata Europea della Cultura Ebraica il 12 settembre e la decima edizione del FiuggiStoria-Lazio Meridionale il 28 settembre>. 

A Procida la grande festa del pesce azzurro

Tra le isole più belle del Golfo di Napoli c’è sicuramente Procida, dove risaltano i colori dei fiori e delle facciate delle abitazioni. Una delle caratteristica del luogo è l’ottima cucina, se si ama il pesce fresco, che arricchisce non poco la vacanza. Molto famosa, sull’isola ed esattamente nel borgo della Corricella, è la Festa delle alici, quest’anno in programma sabato 13 luglio a partire dalle 21.

La manifestazione è giunta alla sua ottava edizione ed è organizzata dall’Associazione Marinara della Corricella.

Per l’occasione il borgo sarà illuminato e i pescatori, che lavorano da generazioni solcando il mare, metteranno a disposizione il frutto del proprio lavoro e faranno gustare piatti da leccarsi i baffi, realizzati con il pesce azzurro appena pescato. In sottofondo un intrattenimento musicale particolarmente curato.

Un appuntamento che ogni anno attira numerosi turisti curiosi di riscoprire le tradizioni autentiche di un borgo incantevole.

I cavalli di battaglia di Gigi Proietti

E’ uno degli attori italiani più amati dal pubblico e maggiormente versatile. Alla soglia degli 80 anni, che compirà nel 2020, Gigi Proietti non si risparmia e torna in scena con “Cavalli di battaglia”, visto anche in Rai, in programma il 18 luglio 2019 a Roma, nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica.

Al pubblico offrirà una carrellata del suo vasto repertorio formato da tanti generi: popolare, drammaturgico, canoro, mimico, poetico, parodistico, comico , umano, multiculturale. Una contaminazione di generi che caratterizzano i suoi spettacoli e che sono gli ingredienti del suo grande successo.

Proietti sarà accompagnato da un’orchestra di 25 elementi diretti dal Maestro Mario Vicari, da un corpo di ballo  e da attori del Laboratorio di teatro che dirige per trovare nuovi talenti e che da diversi anni  partecipano ai suoi spettacoli. Ci saranno anche le figlie dell’attore, Susanna e Carlotta, che canteranno e si esibiranno in scene comiche.

Capolavori italiani: le infiorate di Spello

Quando l’incontro tra arte, fede e tradizione crea capolavori. E’ il caso delle infiorate del Corpus Domini: lunghi tappeti floreali che addobbano le strade in occasione della solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, tra le principali dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. Il Corpus Domini rievoca la liturgia della Messa del Giovedì Santo, solennità istituita ad Orvieto da Papa Urbano IV nel 1264.   

Quello dell’infiorata è un rito antico che ogni anno coinvolge intere comunità nella condivisione della scelta e della lavorazione dei fiori, ridotti a petali, utilizzati per realizzare i quadri. Per parlare di questa particolare arte, Carisma.blog ha scelto la città di Spello, splendido borgo umbro, dove le infiorate diventano scenografia per eventi ed iniziative che ogni anno attirano numerosi turisti.

Tutto si svolge il 22 e il 23 giugno e, per la prima volta, la città di Spello parteciperà al concorso delle “Communities in Bloom. In virtù del legame con i fiori e della tradizione radicata delle infiorate, la città è stata selezionata, infatti, tra la rete associativa dei Comuni Fioriti per partecipare a questa prestigiosa competizione internazionale quale esempio italiano che si contraddistingue per qualità ambientale e particolare attenzione al decoro urbano. L’evento con cui la città di Spello ha scelto di partecipare, in rappresentanza dell’Italia è la tradizionale festa della “capatura” dei fiori denominata “M’ama non m’ama” che si è svolta venerdì 14 giugno in piazza della Repubblica.

Il sindaco Moreno Landrini

<Si tratta di un riconoscimento che va a tutti i cittadini>, dice il sindaco Moreno Landrini,  che aggiunge : <Abbiamo potuto partecipare a questo concorso grazie alle Infiorate, che sono la manifestazione principale della nostra comunità, ma anche grazie al concorso dei vicoli e balconi fioriti promosso dalla Pro Loco. Per questo ringrazio gli infioratori e tutti gli spellani che ogni giorno si impegnano per rendere Spello, città d’arte e dei fiori, bella agli occhi del mondo>.

Spello è in gara con una piccola città canadese e una slovena.  Spiega Fabrizio De Santis, presidente della Pro Loco: < Il clou c’è stato venerdì sera con il M’ama non m’ama. Per quell’occasione sulla facciata del palazzo comunale sono state proiettate immagini delle Infiorate. Un’occasione unica per promuovere la città e le sue bellezze>.

Un evento che vede protagonisti anche i giovani. Sono circa 500, compresi i baby-infioratori dell’Accademia dei boccioli (Scuola dell’infanzia) e gli Studenti in fiore (Scuola secondaria di primo grado) dell’Istituto Omnicomprensivo G. Ferraris di Spello, che venerdì 14 giugno hanno ricevuto la simbolica investitura a infioratori nel corso della quale riceveranno la Maglia d’Autore 2019 realizzata da Fabio Taticchi sul tema “Mettici il cuore”. <Puntiamo molto sulla collaborazione con i ragazzi – spiega Mirko Di Cola, il nuovo presidente dell’associazione Infiorate di Spello – e siamo in grande sinergia con le scuole.  Abbiamo lavorato molto per realizzare l’evento di quest’anno in perfetta sicurezza e siamo pronti a garantire un fine settimana davvero unico, in attesa del prossimo grande appuntamento rappresentato dal nuovo Museo delle Infiorate che diventerà un Museo interattivo per permettere ai visitatori di vivere la magia della notte del Corpus Domini e delle Infiorate durante tutto l’arco dell’anno>.

Tra le novità dell’edizione 2019 c’è anche la Notte Romantica, iniziativa dei Borghi più Belli d’Italia per celebrare il solstizio d’estate insieme agli innamorati. Sabato 22 giugno la Notte dei fiori si arricchisce di percorsi ed itinerari di sapore romantico pensati per le coppie di ogni età. <Il programma inizierà – dichiara l’assessore Irene Falcinelli – con una passeggiata al tramonto tra fiori ed erbe che partirà da Collepino per proseguire con un romantico aperitivo in musica e la preparazione della tradizionale Acqua di San Giovanni.  La serata si concluderà in piazza della Repubblica con un concerto e selfie romantici a mezzanotte>.

Sono solo alcune delle iniziative che ruotano intorno alle rinomate infiorate di Spello, tra gli eventi più suggestivi di una regione da sempre impegnata nella promozione delle sue bellezze.

Perugia torna al passato con il Palio Arnense

Dal 19 al 23 giugno torna il Palio Arnense, appuntamento annuo con la tradizione che si svolge nel Castello medievale di Ripa a Perugia. Si tratta della rievocazione storica dell’antica festa di S.Antonio Abate, risalente al Cinquecento.

Nell’occasione il borgo di Ripa si divide in due parrocchie (della Pieve e di Sant’Emiliano) come era una volta e fa rivivere l’atmosfera dell’epoca, fine Rinascimento. Nelle tre serate della manifestazione, il castello e le vie si riempiono di personaggi storici, popolani e nobili, che sfilano insieme con l’arrivo previsto a Campo della Lizza dove va in scena il Palio, con le contrade che si sfidano a morra e al lancio del formaggio, i giochi di una volta.

Non manca, ovviamente, lo spazio per la buona cucina, con al centro i sapori tradizionali che si possono gustare in locali trasformati in antiche taverne.

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La battaglia di Montecassino 75 anni dopo

Lunedì 20 maggio, alle ore 17 presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica (Piazza della Minerva, 38, Roma), avrà luogo il convegno “La battaglia di Montecassino. 75 anni di pace nella terra di San Benedetto” promosso dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni in occasione del 75esimo anniversario del bombardamento che distrusse la città di Cassino e l’antica Abbazia benedettina.

Partecipano all’incontro di studio, ospitato dal Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, gli storici Pino Pelloni, Livio Cavallaro, Antimo Della Valle, l’archivista dell’Abbazia di Montecassino Dom Mariano Dell’Omo, l’onorevole Federico Mollicone, membro della Commissione Cultura della Camera dei Deputati e Roberto Molle, presidente dell’Associazione Battaglia di Cassino.

Così gli organizzatori ricordano il bombardamento: <Tra le 9,28 e le ore 13.00 del 15 febbraio 1944, 239 bombardieri angloamericani, decollati dagli aeroporti di Foggia e Napoli, sganciarono 453 tonnellate e mezza di bombe sull’Abbazia, radendo al suolo l’antico monastero fondato da San Benedetto da Norcia nell’anno 529>.

<In un millennio e mezzo l’Abbazia di Montecassino – prosegue la nota – è stata distrutta ben quattro volte, tre per mano degli uomini ed una per cause naturali. La prima distruzione avvenne tra gli anni 577 e 589 ad opera dei Longobardi; la seconda distruzione nell’883 ad opera dei Saraceni; la terza distruzione nel 1349 a causa di un terremoto. La quarta tra il 15 e il 18 febbraio del 1944 che in tre ore la ridusse ad un ammasso di rovine. Il monastero, poi, fu preso il 18 maggio dai soldati polacchi, dopo molti mesi di violento conflitto e una perdita immensa di vite umane>

Sottolinea Pino Pelloni: <Si è trattato di un vero e proprio crimine di guerra e una tragedia per la popolazione civile costretta ad un esodo pieno di sofferenze. Nel bombardamento persero la vita molti civili che proprio nel luogo di culto avevano cercato riparo sperando che fosse un luogo sicuro. L’abate Diamare ed i monaci sopravvissuti fuggirono poi a Roma per salvarsi. Non furono trovati soldati tedeschi tra i caduti per il bombardamento>.

I diari aperti di Elisa

Il 24 e il 25 maggio Elisa si esibirà in concerto all’Auditorium di Roma (Sala Santa Cecilia) con il suo “Diari Aperti Tour”  che prende il nome dal suo ultimo album.

<Sto privilegiando il più possibile – dice la cantante triestina, spiegando la scelta del teatro per un concerto – il rapporto diretto con il pubblico. Il disco contiene undici tracce, tutte in italiano, che sono anche undici fotogrammi della mia vita, racconti e ricordi ripresi e rivestiti di musica, pagine reali (scritte, disegnate, a volte pasticciate) di quaderni e agende che fin da bambina hanno accompagnato la mia vita e raccolto i miei pensieri>. 

Cantante, autrice, polistrumentista e produttrice multiplatino, nel disco “Diari Aperti” c’è l’Elisa di ieri e di oggi, che si apre al suo pubblico in maniera calda e diretta.

“Diari Aperti” è una sorta di concept album di una vita, che spazia dal ritmo trascinante di “Tutta un’altra storia”, a quello incalzante dell’ukulele di “Vivere tutte le vite”, dalla melodia coinvolgente di “Tua per sempre”, all’atmosfera evocativa dei beat fluidi e sensuali di “Come fosse adesso”, fino al reggae e al R’n’B (con un omaggio a Tonino Carotone) di “L’estate è già fuori” (dove sono evidenti le ispirazioni ad uno dei suoi autori preferiti, Bob Marley). Preziose ballate racchiudono storie e suoni coinvolgenti in “Anche Fragile”, “L’amore per te”, “Con te mi sento così”.

Una pedalata per i giovanissimi

Conto alla rovescia per l’atteso appuntamento di domenica 12 maggio, quando si svolgerà l’edizione 2019 di Bimbimbici, la tradizionale e allegra pedalata in sicurezza lungo le strade di oltre 200 città italiane. Una manifestazione che quest’anno compie vent’anni e che FIAB (Federazione italiana amici della bici) promuove nella seconda domenica di maggio per diffondere l’uso della bicicletta tra giovani e giovanissimi.

Confermato lo slogan Bimbimbici “la nuova fiaba della bicicletta” con una grafica rinnovata e una particolare attenzione al clima e all’ambiente. Un fantastico universo per l’ambientazione di Bimbimbici dove la bicicletta non è un mezzo qualunque, ma può vantare molti superpoteri: non inquina, non fa rumore, non occupa tutto lo spazio delle auto e sa rendere le persone più allegre.

Negli ultimi anni l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti quotidiani in città è cresciuto – spiega Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB – e grazie a questo modello di mobilità sostenibile è possibile fare del bene sia alla propria salute sia al nostro pianeta. E sviluppare questo tipo di sensibilità fin da piccoli è un valore davvero prezioso. Inoltre, grazie alle risorse previste dall’ultimo Collegato Ambientale, sono diversi i comuni che stanno mettendo in atto progetti di mobilità legati al tema casa-scuola”.

Non resta che iscriversi e pedalare!

Una vita dedicata all’arte

Ci sono persone che dedicano la loro vita all’arte e alla cultura, motivati dalla passione e dalla convinzione che la bellezza può salvare il mondo. L’instancabile Giorgio Croce, lombardo di nascita e umbro di adozione, è sicuramente un esempio mirabile. Da oltre mezzo secolo si occupa di pittura, scultura, installazioni artistiche e vignettismo come autore e come curatore di mostre e rassegne. Tra le più recenti iniziative, la mostra fotografica “Terra mia: luoghi, persone, cibo” allestita nel locale “Il Baccanale” di Pasquale Molfetta che investe molto in progetti culturali ad Assisi. Un Premio speciale intitolato a Pino Antonelli, scomparso da poco, grande fotografo di Assisi oltre che fumettista, vignettista e scrittore. Hanno esposto Anna Katarzyna Bomba, Enrica Bruni, Francesco Cattuto, Lorenzo Dottorini, Luisa Fatigoni, Francesco Fiorucci, Lina Franquillo, Sara Fusini, Giulia Gubbiotti, Gabriella Mancinelli, Melissa Massara, Matteo Mattielli, Federica Moretti, Giorgio Galli, Maria Cristina Peccia, Aurora Piccone, Alessandro Rosa, Veronica Taglia, Michele Tirilli, Alessandra Totaro e Alessio Vissani.

<Sono stati assegnati tre tipi di premio – spiega Croce – a partire da quello della giuria popolare formata dai visitatori e abbiamo scrutinato 999 voti, quello della giuria tecnica che ha assegnato il premio speciale dedicato ad Antonelli e il premio social in base ai like ottenuti>. Un altro successo per “Il Baccanale” che è un ristorante ma, sottolinea Croce, <ha un ruolo culturale molto importante perché fa presentazioni di libri, mostre e altre iniziative. E il sabato sera, dopo la cena, con i clienti, si fa un giro nelle case private per mostrare pezzi di architettura romana. Il locale è vicino all’anfiteatro romano di Assisi e in una sala del ristorante c’è un muro che faceva parte dell’impianto dell’anfiteatro, quindi si visitano queste case stupende dove si trovano altri pezzi di epoca romana>. E nello stesso locale, dal prossimo 13 aprile, si potrà trovare una nuova mostra particolare, “Il calice della felicità”, curata sempre da Croce, che la presenta così: <Ho distribuito a 42 artisti dei boccali di coccio fatti a Deruta ed ognuno l’ha interpretato come ha voluto. Sono venute fuori sculture e installazioni davvero interessanti>. La partecipazione a queste iniziative è sempre molto numerosa e qualificata, con artisti provenienti da tutte le parti di Italia, attirati anche dalle straordinarie location che l’Umbria offre. <Invitiamo sempre – dice Croce a questo proposito – un parterre di artisti variegato, quindi pittori, scultori, fotografi, vignettisti e ceramisti e ognuno si esprime al meglio>.

La domanda di cultura, in una società che a volte sembra aver dimenticato l’importanza di questo settore, fortunatamente non manca. <Ci sono tanti creativi – conferma Giorgio Croce – e tanta gente che ama l’arte. Certo, è una minoranza rispetto a chi segue il calcio, ma c’è comunque una bella presenza, una buona risposta. Ad esempio sono appena tornato da Foligno, dove si trova il Ciac, Centro Italiano Arte Contemporanea. E’ stata appena inaugurata una mostra permanente con le opere di tutti gli artisti che hanno esposto. E parliamo di nomi molto importanti>. Croce disegna anche vignette e scrive recensioni d’arte per il giornale locale Terre Nostre, altri impegni di una vita all’insegna dell’arte come buona parte dei suoi familiari: <L’unico che ha frequentato una scuola d’arte, mio figlio, non fa nulla di artistico. Invece mia figlia e mia moglie, con nessuna scuola d’arte alle spalle come me del resto, sono attive in questo campo, come anche mie due sorelle>.

Del resto, Croce ha respirato arte sin da piccolo. <Ho iniziato ad esporre da ragazzino, all’età di 16 anni, avevo un papà pittore che ha fatto la scuola di Brera a Milano. Certo, sono cresciuto tra i pennelli, ma devo dire che le gratificazioni principali, quelle che mi hanno spinto ad esprimermi artisticamente, sono arrivate da un insegnante di disegno quando ero alle medie inferiori. Quando si facevano i disegni su sua indicazione io proponevo sempre cose un po’ fuori di testa a differenza dei miei compagni che erano, invece, molto precisi. Nel refettorio, poi, si mettevano i disegni migliori e i mei c’erano sempre, con invidia e disappunto di tutti gli altri>. Delle tante opere realizzate, Croce ricorda con particolare piacere le installazioni firmate per Arte Lago, <adagiate sull’acqua, sul lago di Monate dove non si può andare con le barche a motore e quindi la mostra veniva visitata o dalle sponde o con i pedalò o con le barche a remi>. Immagini suggestive raccontate con l’entusiasmo di chi si nutre quotidianamente di bellezza. Un privilegio assoluto.

Un grazie speciale va all’amica Enrica Bruni per le foto. Anche Enrica ha partecipato alla mostra di Assisi con “Il Miracolo dei Pani”, l’affresco che si trova nel refettorio di San Damiano dove ha vissuto Santa Chiara e rappresenta il suo incontro con il Papa anagnino Gregorio IX (la terza foto dall’alto). Per la sua opera Enrica ha ricevuto una bellissima recensione. Brava!