Una vita dedicata all’arte

Ci sono persone che dedicano la loro vita all’arte e alla cultura, motivati dalla passione e dalla convinzione che la bellezza può salvare il mondo. L’instancabile Giorgio Croce, lombardo di nascita e umbro di adozione, è sicuramente un esempio mirabile. Da oltre mezzo secolo si occupa di pittura, scultura, installazioni artistiche e vignettismo come autore e come curatore di mostre e rassegne. Tra le più recenti iniziative, la mostra fotografica “Terra mia: luoghi, persone, cibo” allestita nel locale “Il Baccanale” di Pasquale Molfetta che investe molto in progetti culturali ad Assisi. Un Premio speciale intitolato a Pino Antonelli, scomparso da poco, grande fotografo di Assisi oltre che fumettista, vignettista e scrittore. Hanno esposto Anna Katarzyna Bomba, Enrica Bruni, Francesco Cattuto, Lorenzo Dottorini, Luisa Fatigoni, Francesco Fiorucci, Lina Franquillo, Sara Fusini, Giulia Gubbiotti, Gabriella Mancinelli, Melissa Massara, Matteo Mattielli, Federica Moretti, Giorgio Galli, Maria Cristina Peccia, Aurora Piccone, Alessandro Rosa, Veronica Taglia, Michele Tirilli, Alessandra Totaro e Alessio Vissani.

<Sono stati assegnati tre tipi di premio – spiega Croce – a partire da quello della giuria popolare formata dai visitatori e abbiamo scrutinato 999 voti, quello della giuria tecnica che ha assegnato il premio speciale dedicato ad Antonelli e il premio social in base ai like ottenuti>. Un altro successo per “Il Baccanale” che è un ristorante ma, sottolinea Croce, <ha un ruolo culturale molto importante perché fa presentazioni di libri, mostre e altre iniziative. E il sabato sera, dopo la cena, con i clienti, si fa un giro nelle case private per mostrare pezzi di architettura romana. Il locale è vicino all’anfiteatro romano di Assisi e in una sala del ristorante c’è un muro che faceva parte dell’impianto dell’anfiteatro, quindi si visitano queste case stupende dove si trovano altri pezzi di epoca romana>. E nello stesso locale, dal prossimo 13 aprile, si potrà trovare una nuova mostra particolare, “Il calice della felicità”, curata sempre da Croce, che la presenta così: <Ho distribuito a 42 artisti dei boccali di coccio fatti a Deruta ed ognuno l’ha interpretato come ha voluto. Sono venute fuori sculture e installazioni davvero interessanti>. La partecipazione a queste iniziative è sempre molto numerosa e qualificata, con artisti provenienti da tutte le parti di Italia, attirati anche dalle straordinarie location che l’Umbria offre. <Invitiamo sempre – dice Croce a questo proposito – un parterre di artisti variegato, quindi pittori, scultori, fotografi, vignettisti e ceramisti e ognuno si esprime al meglio>.

La domanda di cultura, in una società che a volte sembra aver dimenticato l’importanza di questo settore, fortunatamente non manca. <Ci sono tanti creativi – conferma Giorgio Croce – e tanta gente che ama l’arte. Certo, è una minoranza rispetto a chi segue il calcio, ma c’è comunque una bella presenza, una buona risposta. Ad esempio sono appena tornato da Foligno, dove si trova il Ciac, Centro Italiano Arte Contemporanea. E’ stata appena inaugurata una mostra permanente con le opere di tutti gli artisti che hanno esposto. E parliamo di nomi molto importanti>. Croce disegna anche vignette e scrive recensioni d’arte per il giornale locale Terre Nostre, altri impegni di una vita all’insegna dell’arte come buona parte dei suoi familiari: <L’unico che ha frequentato una scuola d’arte, mio figlio, non fa nulla di artistico. Invece mia figlia e mia moglie, con nessuna scuola d’arte alle spalle come me del resto, sono attive in questo campo, come anche mie due sorelle>.

Del resto, Croce ha respirato arte sin da piccolo. <Ho iniziato ad esporre da ragazzino, all’età di 16 anni, avevo un papà pittore che ha fatto la scuola di Brera a Milano. Certo, sono cresciuto tra i pennelli, ma devo dire che le gratificazioni principali, quelle che mi hanno spinto ad esprimermi artisticamente, sono arrivate da un insegnante di disegno quando ero alle medie inferiori. Quando si facevano i disegni su sua indicazione io proponevo sempre cose un po’ fuori di testa a differenza dei miei compagni che erano, invece, molto precisi. Nel refettorio, poi, si mettevano i disegni migliori e i mei c’erano sempre, con invidia e disappunto di tutti gli altri>. Delle tante opere realizzate, Croce ricorda con particolare piacere le installazioni firmate per Arte Lago, <adagiate sull’acqua, sul lago di Monate dove non si può andare con le barche a motore e quindi la mostra veniva visitata o dalle sponde o con i pedalò o con le barche a remi>. Immagini suggestive raccontate con l’entusiasmo di chi si nutre quotidianamente di bellezza. Un privilegio assoluto.

Un grazie speciale va all’amica Enrica Bruni per le foto. Anche Enrica ha partecipato alla mostra di Assisi con “Il Miracolo dei Pani”, l’affresco che si trova nel refettorio di San Damiano dove ha vissuto Santa Chiara e rappresenta il suo incontro con il Papa anagnino Gregorio IX (la terza foto dall’alto). Per la sua opera Enrica ha ricevuto una bellissima recensione. Brava!

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