Sedotta e sclerata, il messaggio di Ileana

Da molto tempo seguo sui social Ileana Speziale e ho sempre avuto la curiosità di incontrarla. Una giovane donna bella e solare diventata ambasciatrice di un messaggio importante per chi, come lei, è affetto dalla sclerosi multipla, ma anche per chiunque incontri nella vita difficoltà e ostacoli.

L’occasione di incontrare Ileana si è presentata negli studi dell’ emittente radiofonica di Anagni Radio Hernica, dove è stata invitata per parlare del suo libro “Sedotta e Sclerata” come sta facendo in un lungo tour in tutta Italia.

Praticamente un’opera autobiografica con cui, attraverso la storia di Emily, Ileana Speziale ci fa conoscere il significato profondo di una parola che mi piace molto: resilienza. La volontà, in pratica, di trovare dentro di noi la forza interiore per superare i drammi della vita e trasformarli in opportunità. La capacità di assorbire un trauma senza andare in mille pezzi.

Nella chiacchierata con Marco Tagliaboschi, Ileana ha raccontato la sua storia, i suoi sogni, le finalità del suo libro. Trovate tutto nel video, buona visione.

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Omaggio al re del pop Michael Jackson

Sergio Cortés, sosia di Michael Jackson, si esibirà il 30 novembre al Teatro Colosseo di Torino a partire dalle 21. Uno spettacolo che è un tributo al mito del pop scomparso dieci anni fa.

Cortés non assomiglia a Michael Jackson soltanto fisicamente, ma è in grado di cantare le sue canzoni allo stesso identico modo, tanto da mandare in visibilio i fans del grande artista che il mondo ha perso troppo presto.

In un’intervista, il cantante spagnolo ha detto: <Ho sempre ammirato il Re del pop, ma le circostanze che mi hanno portato a lui i realtà sono state molto casuali. Nel 1987 un giornalista che mi ha visto per strada mi ha proposto di partecipare a un reportage proprio per la mia somiglianza con Michael Jackson. Io non mi sono mai operato per assomigliare al mio idolo, è tutto assolutamente casuale, mi piace pensare che è un regalo di Dio. Dopo la pubblicazione di questo reportage su un’importante rivista spagnola, mi hanno offerto varie collaborazioni dove dovevo interpretare Michael e ho accettato volentieri perché mi piace ballare e cantare, la mia voce è molto simile alla sua e adoro le sue canzoni.  Con il tempo, poi, ho scoperto che sul palco sono molto felice!».

Lo spettacolo dura due ore e sul palco Sergio Cortés fa rivivere la musica e la storia di Jackson, insieme ad una band collaudata formata da musicisti di grande professionalità e un corpo di otto ballerini.

L’autismo non ferma Samuele che sogna Sanremo

Non sarà certo l’autismo a rubare i sogni di Samuele. Di che pasta sia fatto lo ha già dimostrato diplomandosi con il massimo dei voti, incidendo un disco (VIDEO), gareggiando alla selezione di “Sanremo Giovani” e partecipando come testimonial alla maratona Telethon. Ma le sfide, per un ragazzo così intraprendente nonostante il disturbo di cui soffre, non sono finite. E una supera le altre: la partecipazione al Festival di Sanremo. Samuele ci punta con il sostegno della famiglia, una bellissima famiglia di Gela, in Sicilia. Questa è la storia di Samuele Di Natale, 22 anni, raccontata dalla mamma Provvidenza Infurno (con lui nella foto sotto).

Signora Provvidenza, Samuele è riuscito anche a prendere la maturità, una bella soddisfazione.  

Samuele si è diplomato in sociopedagogia. Dopo la terza media ero decisa a ritirarlo da scuola perché gli autistici non si abituano facilmente ai nuovi ambienti, ma i fratelli maggiori Rosario e Antonio, che lo adorano, hanno insistito per provare a fargli continuare gli studi.  Prima di iscriverlo ho girato molti istituti a Gela perché a me interessava che Samuele stesse bene, ero ansiosa soprattutto per il bullismo, e quindi sono andata anche in una scuola femminile che mi è piaciuta molto. E infatti nel giro di dieci giorni Samuele si è ambientato. Poi ha fatto un percorso tranquillo, sempre rispettato dai docenti e dalle compagne. Non ci speravo proprio, invece ha meravigliato tutti diplomandosi.

La notizia ebbe una certa risonanza a livello nazionale.

Si, arrivarono tanti giornalisti, ne parlarono ai telegiornali e il giorno dopo gli esami abbiamo avuto la sorpresa di ricevere la telefonata di Matteo Renzi, proprio quell’anno era stata approvata la legge “Dopo di Noi” voluta dal suo Governo. Gli abbiamo parlato delle nostre difficoltà perché ad oggi non abbiamo ancora una struttura e non abbiamo sostegni né dal Comune né dalla Regione. Siamo sempre andati avanti con i sacrifici della famiglia e sono stati molti perché io sono una casalinga e mio marito ha una pensione da operaio metalmeccanico. Pensi che i figli più grandi quando andavano a scuola rinunciavano alle gite pur di far fare la terapia a Samuele.  

Come vive una famiglia quando un componente è affetto da autismo?

La vita cambia, gira intorno a lui, si deve vivere in base alle sue esigenze. Abbiamo scoperto di questo maledetto autismo quando Samuele aveva 17 mesi, allora non si sapeva neanche cosa fosse, non se ne parlava. Però ce la facciamo a seguirlo perché i miei figli maggiori adorano il fratello, vivono per lui, sono meravigliosi. Io dico sempre che il caso di Samuele ha rafforzato l’unione della nostra famiglia.

Samuele ha una grande passione per la musica.

Da sei anni studia all’Accademia di canto di Giuseppe Lavore che ha creduto nel suo talento. Ed è riuscito ad arrivare alla selezione nazionale di Sanremo Giovani. La cosa più bella è che adesso ha inciso l’inno per i ragazzi autistici “Non arrenderti mai” scritto da Emanuele Bunetto e Giuseppe Lavore. Siamo stati ospiti di diverse trasmissioni televisive e addirittura Mogol, dopo averlo sentito cantare, lo ha ringraziato dicendo: “Ecco cosa può fare un ragazzo autistico, dove può arrivare”.   Per Samuele la musica è un modo per liberarsi dalle ansie. Mio figlio non parla molto, ma vediamo che quando finisce di cantare scende dal palco come illuminato.     

Come trascorre la sua giornata Samuele?

Fino a giugno è stato impegnato, grazie alla cooperativa Nido d’argento, ai Servizi sociali del Comune di Gela. Adesso che questo impegno è finito, trascorre il suo tempo soprattutto in famiglia, perché al di fuori dei fratelli e dei genitori non frequenta molto. Non ha amici, purtroppo gli altri ragazzi non lo cercano e non vengono a trovarlo e questo, come madre, mi dispiace molto perché non è giusto. Eppure Samuele è un ragazzo dolcissimo, io lo definisco l’angelo sulla terra, vive di carezze e baci.

Il caso di Samuele è sicuramente importante anche per sensibilizzare tutti sull’autismo.

Si, infatti il messaggio che vogliamo trasmettere alle altre famiglie che vivono lo stesso problema è che se ce l’ha fatta Samuele possono farcela anche i loro figli.

Avete contatti con altri genitori con figli autistici?

Abbiamo costituito un’associazione che si chiama Amautismo, mio marito Orazio è il vice presidente e il presidente è l’ingegnere Antonino Biondo, stiamo lottando per avere un Centro diurno a Gela dove ci sono almeno 200 ragazzi autistici.

Samuele è anche un ragazzo molto religioso.

Ha una grande fede. Ogni giorno segue il rosario su Tv 2000, ogni anno lo porto a Lourdes e segue sempre la messa perché la domenica Samuele ha due passioni: la Chiesa e il Milan. Quando Papa Francesco è venuto a Piazza Armerina, gli ho detto che mio figlio è autistico e lui mi ha risposto “E che vuoi che sia? E’ bello come il sole” e lo ha baciato.      

Sui prossimi impegni artistici di Samuele ci sono delle novità importanti, come spiega il fratello Rosario che lo segue in questo settore.  <E’ in programma un album con dodici brani inediti dopo il singolo perché abbiamo avuto l’onore di essere contattati da autori nazionali e regionali che hanno visto la storia di Samuele e ci stanno regalando un sogno. Di questo ringraziamo molto il direttore artistico Giuseppe Lavore. E noi faremo tutto per far felice Samuele che vuole arrivare sul palco di Sanremo in gara o come ospite. Abbiamo parlato di questo obiettivo nella trasmissione Rai di Eleonora Daniele, spero che qualcuno ci ascolti perché Samuele quando canta dimentica tutti i suoi problemi>.       

Nuovo disco per i Brigallè, continua l’impegno sociale

Quando la musica incontra l’impegno sociale. Di esempi ce ne sono molti, a conferma del linguaggio universale di un’arte che può anche trasmettere messaggi potenti. Un messaggio come quello lanciato dai Brigallè.

Il gruppo è nato nel 2013 in Ciociaria, esattamente a Morolo, in provincia di Frosinone, con l’obiettivo di rivalutare i canti popolari e proporre brani in dialetto. In poco tempo si è fatto conoscere anche fuori dai confini locali grazie all’energia che trasmette in ogni sua esibizione, coinvolgendo il pubblico con musica e danza.

Di recente, Andrea De Castro (fisarmonica), Giulia Mengozzi (tamburo a Cornice e voce), Tommaso Bauco (canto), Diego Pistolesi (organetto) Luciano Moriconi (chitarre e basso) e Stefano Bauco (fiati) hanno inciso “La ballata del Sacco” (nel VIDEO sopra), una canzone che non è solo tale, ma rappresenta una mirata denuncia sociale.

Il gruppo Brigallè

Con questo brano, infatti, i Brigallè testimoniano la grave situazione ambientale di cui soffre la loro terra, evidenziando con il giusto pathos la sofferenza della gente che nella Valle del fiume Sacco ci vive. Il loro lavoro ha riscosso un grande successo, premiando una scelta che fa onore ai musicisti di Morolo. Un percorso che continua con il nuovo disco dei Brigallè. Sarà presentato venerdì 19 luglio proprio a Morolo, dalle 21.30 in poi alla Passeggiata di S. Antonio. Ma cosa propone questa nuova avventura musicale?

Rispondono i Brigallè: <Il disco si chiama “Sogni nel Sacco”. La nostra associazione Gente Allegra, che promuove e sostiene la divulgazione della musica popolare, è lieta di presentare questa nuova sfida: produrre un disco di brani inediti scritti e musicati dai componenti del Gruppo Brigallè. Dopo il fortunato successo ottenuto con il primo disco “Sangue Divino”, che ci ha regalato grandi soddisfazioni – prima tra tutte il palco dell’Umbria Folk Festival 2017 – abbiamo voluto riprovarci ancora. Il nuovo viaggio musicale che abbiamo intrapreso ha visto protagonista la nostra terra, la Ciociaria. Il titolo scelto “Sogni nel sacco” non è casuale, ma è la frase più giusta per raccogliere brani dedicati ad una utopica speranza.

Oltre al tema dell’inquinamento – continuano i Brigallè – abbiamo parlato delle schiavitù sociali, di amore, di brigantaggio, rispolverando un passato che amiamo ricordare, vedi “I Saturnali” di Ernesto Biondi, speranzosi che oggi come allora non sia sempre il “potente” a decidere le sorti del più debole. La magia di questo nuovo lavoro ci onora dalla presenza del Maestro Gianni Perilli, collaboratore stretto di Ennio Morricone, Pino Daniele, Eugenio Bennato, MBL, autore di numerose opere quali la famosissima colonna sonora del programma Rai “Linea Blu”. Abbiamo lavorato con passione e dedizione alla realizzazione di questo sogno che finalmente…”su fa vero”.

I cavalli di battaglia di Gigi Proietti

E’ uno degli attori italiani più amati dal pubblico e maggiormente versatile. Alla soglia degli 80 anni, che compirà nel 2020, Gigi Proietti non si risparmia e torna in scena con “Cavalli di battaglia”, visto anche in Rai, in programma il 18 luglio 2019 a Roma, nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica.

Al pubblico offrirà una carrellata del suo vasto repertorio formato da tanti generi: popolare, drammaturgico, canoro, mimico, poetico, parodistico, comico , umano, multiculturale. Una contaminazione di generi che caratterizzano i suoi spettacoli e che sono gli ingredienti del suo grande successo.

Proietti sarà accompagnato da un’orchestra di 25 elementi diretti dal Maestro Mario Vicari, da un corpo di ballo  e da attori del Laboratorio di teatro che dirige per trovare nuovi talenti e che da diversi anni  partecipano ai suoi spettacoli. Ci saranno anche le figlie dell’attore, Susanna e Carlotta, che canteranno e si esibiranno in scene comiche.

Capolavori italiani: le infiorate di Spello

Quando l’incontro tra arte, fede e tradizione crea capolavori. E’ il caso delle infiorate del Corpus Domini: lunghi tappeti floreali che addobbano le strade in occasione della solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, tra le principali dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. Il Corpus Domini rievoca la liturgia della Messa del Giovedì Santo, solennità istituita ad Orvieto da Papa Urbano IV nel 1264.   

Quello dell’infiorata è un rito antico che ogni anno coinvolge intere comunità nella condivisione della scelta e della lavorazione dei fiori, ridotti a petali, utilizzati per realizzare i quadri. Per parlare di questa particolare arte, Carisma.blog ha scelto la città di Spello, splendido borgo umbro, dove le infiorate diventano scenografia per eventi ed iniziative che ogni anno attirano numerosi turisti.

Tutto si svolge il 22 e il 23 giugno e, per la prima volta, la città di Spello parteciperà al concorso delle “Communities in Bloom. In virtù del legame con i fiori e della tradizione radicata delle infiorate, la città è stata selezionata, infatti, tra la rete associativa dei Comuni Fioriti per partecipare a questa prestigiosa competizione internazionale quale esempio italiano che si contraddistingue per qualità ambientale e particolare attenzione al decoro urbano. L’evento con cui la città di Spello ha scelto di partecipare, in rappresentanza dell’Italia è la tradizionale festa della “capatura” dei fiori denominata “M’ama non m’ama” che si è svolta venerdì 14 giugno in piazza della Repubblica.

Il sindaco Moreno Landrini

<Si tratta di un riconoscimento che va a tutti i cittadini>, dice il sindaco Moreno Landrini,  che aggiunge : <Abbiamo potuto partecipare a questo concorso grazie alle Infiorate, che sono la manifestazione principale della nostra comunità, ma anche grazie al concorso dei vicoli e balconi fioriti promosso dalla Pro Loco. Per questo ringrazio gli infioratori e tutti gli spellani che ogni giorno si impegnano per rendere Spello, città d’arte e dei fiori, bella agli occhi del mondo>.

Spello è in gara con una piccola città canadese e una slovena.  Spiega Fabrizio De Santis, presidente della Pro Loco: < Il clou c’è stato venerdì sera con il M’ama non m’ama. Per quell’occasione sulla facciata del palazzo comunale sono state proiettate immagini delle Infiorate. Un’occasione unica per promuovere la città e le sue bellezze>.

Un evento che vede protagonisti anche i giovani. Sono circa 500, compresi i baby-infioratori dell’Accademia dei boccioli (Scuola dell’infanzia) e gli Studenti in fiore (Scuola secondaria di primo grado) dell’Istituto Omnicomprensivo G. Ferraris di Spello, che venerdì 14 giugno hanno ricevuto la simbolica investitura a infioratori nel corso della quale riceveranno la Maglia d’Autore 2019 realizzata da Fabio Taticchi sul tema “Mettici il cuore”. <Puntiamo molto sulla collaborazione con i ragazzi – spiega Mirko Di Cola, il nuovo presidente dell’associazione Infiorate di Spello – e siamo in grande sinergia con le scuole.  Abbiamo lavorato molto per realizzare l’evento di quest’anno in perfetta sicurezza e siamo pronti a garantire un fine settimana davvero unico, in attesa del prossimo grande appuntamento rappresentato dal nuovo Museo delle Infiorate che diventerà un Museo interattivo per permettere ai visitatori di vivere la magia della notte del Corpus Domini e delle Infiorate durante tutto l’arco dell’anno>.

Tra le novità dell’edizione 2019 c’è anche la Notte Romantica, iniziativa dei Borghi più Belli d’Italia per celebrare il solstizio d’estate insieme agli innamorati. Sabato 22 giugno la Notte dei fiori si arricchisce di percorsi ed itinerari di sapore romantico pensati per le coppie di ogni età. <Il programma inizierà – dichiara l’assessore Irene Falcinelli – con una passeggiata al tramonto tra fiori ed erbe che partirà da Collepino per proseguire con un romantico aperitivo in musica e la preparazione della tradizionale Acqua di San Giovanni.  La serata si concluderà in piazza della Repubblica con un concerto e selfie romantici a mezzanotte>.

Sono solo alcune delle iniziative che ruotano intorno alle rinomate infiorate di Spello, tra gli eventi più suggestivi di una regione da sempre impegnata nella promozione delle sue bellezze.

La voce degli artisti sardi contro la Sla

Tredici artisti sardi, attori comici e musicisti, hanno unito le forze dando vita alla canzone “Per chi non lo Sla” con il nobile obiettivo di appoggiare la lotta contro quella che oggi è una delle malattie neurodegenerative più devastanti. Un progetto di solidarietà targato Sardegna il cui ricavato è andato all’associazione “Io sto con Paolo”, nata per sostenere il più giovane malato di Sla d’Italia, Paolo Palumbo di Oristano: a 18 anni, la grave patologia ha fermato il suo sogno di diventare un grande chef.     

Al progetto hanno aderito Marco “Baz” Bazzoni e Pino & gli anticorpi, star del programma televisivo Colorado, Benito Urgu (attualmente in corsa per il Nastro d’argento come migliore attore nel film “L’uomo che comprò la luna”), i Tenorenis visti a “Striscia la notizia”, Giuseppe Masia, i Battor Moritteddos, Alvin Solinas, Francesco Porcu, Marco Piccu, gli Amakiaus di Ignazio Deligia, Daniele Contu, Nicola Cancedda e Soleandro, che hanno scritto il testo della canzone. Il loro video ha ottenuto oltre 5 milioni di visualizzazioni su Youtube. E’ particolarmente toccante la presenza dei malati nel video.

Ne parlo con uno di loro, Ignazio Deligia, leader del gruppo demenziale Amakiaus (in sardo vuol dire “Impazziti”), molto conosciuto in Sardegna, che ha vinto anche il Festival della canzone dialettale a Sanremo. Un gruppo longevo: 36 anni dedicati alla musica fino al 2018, con all’attivo 12 album.

Ignazio, come è nata l’iniziativa di incidere un disco per la lotta contro la Sla?

Già da qualche tempo con il mio gruppo, un gruppo storico qui in Sardegna, devolvevamo i proventi dei nostri dischi all’Aicla, un’associazione che si occupa di queste patologie. Dopo lo scioglimento del gruppo mi sono dedicato al cabaret e dall’incontro con altri comici sardi è nato il disco “Per chi non lo Sla”.

Mi dici qualcosa dell’associazione “Io sto con Paolo” che avete scelto di sostenere?

E’ un’associazione nata per sostenere Paolo, il più giovane malato di Sla, un ex cuoco che ha inventato anche il modo di far sentire i gusti ai malati di Sla che, come sai, non deglutiscono.

Dopo il video sono in programma altre iniziative legate a questo progetto?

Un paio di settimane fa il video è stato proiettato al Palazzo dei Congressi del Quirinale, il regista Rai Antonio Centomani lo ha voluto fortemente. E il prossimo 7 ottobre alcuni di noi saranno di nuovo al Quirinale. Io, Francesco Porcu, Soleandro e Davide Urgu dei Tenorenis parteciperemo ad una giornata dedicata a questa malattia, un’iniziativa promossa dalla Revert, associazione che si occupa della ricerca sulle cellule staminali cerebrali, una speranza per chi è colpito dalla Sla e dalle altre malattie neurovegetative.

Che risonanza ha avuto il disco?

E’ andato benissimo, il brano è molto pop e piace, siamo ovviamente soddisfatti dei 5 milioni di visualizzazioni del video.

Il video inizia con la voce di Benito Urgu, un nome importantissimo per la Sardegna.

Benito Urgu è un comico che ha fatto diverse cose in Rai con Nino Frassica, da noi è una vera e propria leggenda. E’ un omino di 80 anni che, se fosse nato a Napoli, sarebbe stato il comico più importante di tutti i tempi perché lui, oltre a far ridere, è bravissimo come autore di canzoni ed imitatore. Un artista a tutto tondo.

Oltre a questa bellissima iniziativa solidale, con gli altri comici sardi avete condiviso ulteriori esperienze?

Certo, siamo sempre in contatto. Con Francesco Porcu, ad esempio, abbiamo fatto un film insieme che è nelle sale da febbraio con un discreto successo, si chiama “A Si Biri”, che significa arrivederci, di Francesco Trudu.

Ed Ignazio Deligia di cosa si sta occupando in questo momento?

Attualmente mi sto preparando per fare “La sai l’ultima?” su Mediaset.

In bocca al lupo ad Ignazio e grazie alla Sardegna, terra meravigliosa con il cuore grande!

Il talento dei BardoMagno

Lo giuro: è la mia prima intervista in lingua antica, tra le più divertenti. E non può essere altrimenti se incontri gli artisti della band BardoMagno, una delle rivelazioni di Italia’s Got Talent. La trasmissione di Tv8 li definisce <musicisti stravaganti venuti direttamente dal Medioevo>. Nella puntata dello scorso 25 gennaio hanno proposto, adattando il testo della canzone “Riccione” di Thegiornalisti, il brano “Lo schiaffo di Anagni” (VIDEO).

Il loro stile è proprio questo: riadattare canzoni famose con l’obiettivo di far conoscere al grande pubblico il sistema feudale e i fatti storici di quel periodo. Lo fanno dal 2014, quando è nato, si legge sul loro profilo Facebook,  <lo progetto musicale de “Feudalesimo e Libertà”, lo vero et unico Partito politico che – pe’ volontade divina – difende li interessi dello Popolo>. Tra le loro creazioni più recenti, “Il Centro di castità permanente” (da Battiato).

Il gruppo è formato da Valerio Storch, Alessandro Mereu, Edoardo Sala e Maurizio Cardullo, con all’attivo importanti precedenti esperienze musicali. Si presentano indossando abiti storici e indicando Aquisgrana, sede della corte di Carlo Magno e crocevia di lotte religiose, come città di provenienza.

Fin qui l’ufficialità. Ma sentite come si presentano loro:

Li menestrelli imperiali che costituiscon la feudal compagine di Bardo Magno sono: Abdul Il Bardo (Voce et Chitarra): Valerio Storch, noto anche come Mohammed Abdul, musico delli Nanowar Of Steel. Don Alemanno (Voce et Bolle Papali): Alessandro Mereu, o anche Papa Alemanno d’Acquisgrana, noto al mondo come lo disegnatore di Jenus. Il Gran Calippo d’Oriente (Flauti, liuti, cornamuse, et soprattutto Amore): Maurizio Cardullo, noto anche come lo polistrumentista dei Folkstone. Fra’ Casso da Montalcino (Tamburi, potenza, vino e tuono): Edoardo Sala, noto anche come lo batterista dei Folkstone.

Quando nasce la band e con quali obiettivi? 

Lo progetto nasce pe volontà di Carlo Magno nel lontano 801. Nominatici valvassori dello Sacro Romano Impero (con delega alla musica), Carlo (pe’ gli amici Carletto, fino ad un anno prima principe dei mostri), ci implorò di formare questa compagine pe’ favellar allo volgo li veri valori feudali. Noi ci siam semplicemente resi disponibili a servirlo. Hodie siam ancora quivi, spalleggiando Lo Imperatore, capo del partito Feudalesimo e Libertà, nonché unico et legittimo erede di Carlo.

Come si può definire il vostro genere musicale?

Noi siamo degli artisti TRAP-pisti.

Quali sono le vostre incisioni finora?

Finora abbiamo registrato solamente un live bootleg ufficiale uscito in edizione super-ridotta et esaurito in un mese, ma… Udite Udite! A breve uscirà il nostro primo disco in studio dal titolo originalissimo “Vol. 1”, contenente le nostre migliori opere o, meglio, quelle che ci sono state approvate dallo imperatore, espressione della volontà d’Iddio.

Con quale spirito partecipate a Italia’s Got Talent?

Collo spirito di chi gnosce la verità e pugna pe sostener li veri valori feudali, imperiali et asburgici, contra lo mondo moderno fornicatore et peccatore. Lo nostro spirito est quello di ispirare lo volgo allo volere imperiale et di guidarlo verso una vera modernità feudale.

 Prossimi progetti in cantiere?   

Discenderemo pe tutta Italia accompagnati dai Lanzichenecchi a favellar lo nostro verbo al volgo. Presenteremo in anteprima li brani allo volgo al Comicon di Napoli il 25 Aprile (la fiera del fumetto di Napoli, in volgare italiano), et successivamente festeggeremo l’uscita vera et propria del disco alla Quarta Adunata di Feudalesimo e Libertà, il 18 maggio al Live di Trezzo sull’Adda.