Travolti dalle fake news

I social sono pieni di fake news. False informazioni messe in circolo ad arte per avvelenare il clima, in particolare quello politico. E’ la piattaforma Facebook a detenere il triste primato di pubblicazione di fatti non veri condivisi da milioni di persone. Una disinformazione alla quale tutti ci dovremmo ribellare. Ma cosa si fa per contrastare questo fenomeno?

Mark Zuckerberg ha annunciato, di recente, di aver dato vita ad una nuova collaborazione nel Regno Unito con l’associazione benefica e indipendente Full Fact, che si occuperà proprio di verificare la veridicità e l’affidabilità di articoli, immagini e video condivisi sul social network.  Come verrà strutturata questa operazione verità?

Nel comunicato di Facebook si legge: <In pratica, resta sempre valida la segnalazione delle notizie false da parte degli utenti. Ricevuta la segnalazione, entra in gioco il team di Full Fact che procederà all’analisi del contenuto, verificando l’accuratezza del contenuto stesso per poi valutarlo come vero, falso oppure un mix di entrambi. Una volta fatto questo passaggio, gli utenti saranno avvisati se un contenuto che stanno per condividere è stato verificato come falso, ma a nessuno sarà impedito di condividere o leggere qualsiasi contenuto, che sia falso o meno. Full Fact si concentrerà sulla revisione e valutazione della disinformazione che costituisce il maggior potenziale per danneggiare la sicurezza delle persone o minare i processi democratici, come pericolose cure per il cancro, false storie che si diffondono dopo attacchi terroristici o falsi contenuti su come votare prima delle elezioni>.

Ma quale è l’utente tipo che abbocca?  Un recente studio, condotto dalle università di New York e Princeton, ha dimostrato che la propensione a condividere notizie false sui social network non sia del tutto legata allo stato sociale dell’utente, alla formazione, al sesso, quanto, invece, all’età. E sarebbero gli over 65 quelli più solerti a condividere fake news.

E in Italia come siamo messi? Male, molto male. La disinformazione galoppa, coinvolgendo tutto e tutti: Amatrice, reddito di cittadinanza, inchieste giudiziarie, dichiarazioni dei politici, emigrati ecc. ecc. Siamo travolti dalle fake news, si salvi chi può.

Più che di osservatori per verificare quanto si posta (ma della collaborazione di Facebook con Full Act si devono ancora vedere i risultati e, personalmente, non sono molto ottimista) occorrerebbe l’onestà intellettuale di riconoscere, quando viene segnalato, di aver sbagliato a condividere notizie farlocche. E non succede quasi mai. Sarebbe necessario, poi, verificare di persona, attingendo ad altri fonti più credibili, ciò che si sta pubblicando. Ma forse è chiedere troppo, in una società – virtuale o reale non fa differenza – dove prevale la superficialità e l’incattivimento.

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