8 Marzo, non è qui la festa

8 Marzo, ma cosa c’è da festeggiare? La Giornata internazionale della donna è stata ufficializzata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1977 per ricordare le conquiste sociali raggiunte, ma soprattutto per sensibilizzare sulla parità dei generi, ancora un obiettivo lontano. Si associa questa data anche alla morte di centinaia di operaie in un incendio nella fabbrica tessile “Cotton and Cotton” di New York. Ad appiccare il fuoco sarebbe stato il proprietario per reprimere uno sciopero delle dipendenti, ma non ci sarebbero tracce precise di questo fatto di cronaca.

Qualunque sia l’origine di questa “festa”, l’occasione dovrebbe essere un forte momento di riflessione, soprattutto sul fenomeno esecrabile del femminicidio, una vera e propria emergenza che richiede uno sforzo maggiore per essere arginata. Ed allora, facciamo che l’8 Marzo sia una tappa per ragionare e chiedere più rispetto e per interrogarci sui motivi che portano a rapporti malati di coppia. Altro che spogliarelli nei locali per le cenette tra amiche!

Dal 2000 ad oggi, in Italia, sono state uccise oltre tremila donne. Un numero impressionante che equivale al 37,1% degli omicidi commessi nel nostro Paese. E’ quanto emerge da un recente rapporto Eures, secondo il quale nel 50% dei casi l’aggressore è il partner della vittima, spinto da gelosia e possesso e incapace di accettare una separazione. Nel 44,5% dei casi la vittima aveva denunciato I femminicidi sono in aumento al Nord (+ 30%) e in forte calo al Sud (- 42.7%) e le prime regioni italiane dove le donne vengono uccise sono state, nel 2017 e nel 2018, Lombardia, Veneto, Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Lazio.  Negli ultimi anni sono state vittime di femminicidio 71 donne nel 2015, 72 nel 2016, 68 nel 2017 e 79 nel 2018.  Statistiche che variano, comunque, a seconda della fonte dal momento che non sempre si può stabilire se il delitto è stato consumato nei confronti della donna in quanto tale.

Fanno altrettanto paura i numeri dell’ultimo rapporto Istat sulle violenze: Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).

Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa della violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione.

Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.

Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).

Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti).

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